Aaron Sorking parla di narrativa, del futuro dei film e di The Newsroom al Tribeca Film Festival

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"I film non devono preoccuparsi." E se lo dice Aaron Sorkin, allora deve essere vero.

Lunedì notte Aaron Sorkin, lo sceneggiatore americano vincitore del premio Oscar e del premio Emmy, ha incontrato Jon Favreau ("l'altro"), l'ex scrittore di discorsi per Obama, per una conversazione sulla narrativa e sul futuro dei film. L'evento ha dato il via alla Settimana dell'Innovazione del Tribeca Film Festival, "un posto per giocatori, programmatori, hacker, sceneggiatori, futuristi, registi, finanzieri e per chiunque abbia una storia da raccontare."

Ho avuto la fortuna di essermi accaparrata in anticipo i biglietti, dato che l'evento ha fatto il tutto esaurito, pieno com'era di fan di Sorkin e di frequentatori abituali del Tribeca.

"Un giorno spero di essere qui con un film", ha esordito Aaron Sorkin. Quest'anno, tuttavia, egli ha presenziato al Tribeca per discutere il proprio lavoro come sceneggiatore e la sua personale visione delle condizioni attuali del mondo cinematografico e televisivo. Ecco alcuni aspetti di Sorkin che abbiamo imparato la notte scorsa: scrivere per presidenti fittizi è più facile che farlo per un presidente reale ("vero, Jon Favreau?"), ha iniziato a scrivere dopo essere cresciuto guardando opere e perché amava il suono dei dialoghi, e non è capace di caratterizzare i cattivi.

A proposito di The West Wing, ha aggiunto di non avere un programma definito per la scrittura dello show. Ha inoltre approfittato dell'occasione per chiarire un fraintendimento, questa volta a proposito di The Newsroom, spiegando quindi di aver ambientato lo show in un periodo recente semplicemente per non doversi inventare delle notizie fittizie e non per insegnare ai giornalisti come fare il proprio lavoro. Proseguendo su un tono più leggero, ha anche aggiunto che questa sarebbe stata la prima volta in cui non si sarebbe trovato sul set di un episodio di uno dei suoi show (dato The Newsroom viene girato in questi giorni) e che detestava essere assente. 

Commentando velocemente le notizie a proposito del film su Steve Jobs, ha aggiunto semplicemente che non si tratterà di un film biografico, esprimendo la speranza che possa incontrare il gradimento del pubblico.

Ha inoltre confessato di fare maratone di House of Cards proprio come chiunque altro, ma quando gli è stato chiesto da qualcuno nel teatro in che modo fare una maratona possa cambiare il modo in cui le persone guardano e percepiscono una serie TV  e un episodio specifico, ha chiesto al suo assistente di segnarsi l'indirizzo email del suo interlocutore, in modo da poterlo contattare in seguito, dopo aver riflettuto un po' di più sulla domanda.

Infine ha spiegato che la sua scrittura riguarda principalmente il mondo della televisione e quello della politica perché ama scrivere in modo idealistico (cosa che non potrebbe fare in un poliziesco, per esempio) e perché gli piace dare un senso di familiarità ai suoi show.

Per dirlo in parole povere, è davvero un piacere ascoltare Aaron Sorkin (anche se ha ammesso in prima persona di non essere "articolato quanto i suoi personaggi"), dato che è un uomo davvero appassionato a quello che fa e al mondo della televisione e dell'intrattenimento. Un grande ospite per il Tribeca Film Festival!



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We are an italian couple, Irene lives in Milan and Antonio in Naples. We are studying foreign languages and that's one of our greatest passions, along with cats and ethnic food. We hope (and work hard!) to bring more and more italian people to Film Annex.

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