I CINQUE "SAGGI" INDAGATI

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Vivo in Italia e, solo per questo dovrei essere abituata e non dovrei scandalizzarmi ogni volta che leggo un articolo che parla in modo negativo della nostra politica ma sopratutto dei nostri politici.

Alcune volte però proprio non ci riesco, mi scandalizzo, mi indigno e mi arrabbio., come oggi.

Ho trovato questo articolo che decisamente per me, che lavoro con onestà e passione, è l'ennesima pugnalata alle spalle.

La fonte è: Giacomosalerno.com ed è stato pubblicato sul blog Signoraggio.it .

“PER LA PROCURA DI BARI 38 PROFESSORI HANNO CREATO UN’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE PER PILOTARE I CONCORSI PER DOCENTI NEGLI ATENEI ITALIANI


In quali mani è la nostra Costituzione? Una risposta ce l’hanno i pm e gli investigatori della Guardia di Finanza che, sull’asse Roma–Bari, indagano con la procura di Bari: cinque “saggi”, incaricati dal presidente Napolitano di riformare la Carta Costituzionale, sono stati denunciati dalla Gdf per truffa, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico.

Domanda legittima la sua, anche io spesso me lo chiedo.Mettiamo personaggi di grosso calibro in ruoli importanti e strategici nella speranza che possano dare una svolta positiva alla nostra bella nazione, e loro si comportano così.

Continuando a leggere l'articolo riporta:

L’inchiesta conta ben 38 persone al momento denunciate: docenti accusati d’aver costituito un’associazione per delinquere che ha pilotato, negli ultimi tre anni, i concorsi per diventare professori nelle università italiane. Tra loro anche i cinque “saggi” Augusto Barbera e Giuseppe de Vergottini dell’università di Bologna, Carmela Salazar dell’’Università di Reggio Calabria, Lorenza Violini dell’Università di Milano e Beniamino Caravita della Sapienza di Roma. Quest’ultimo ha subito una perquisizione già due anni fa. Ma secondo il suo legale, Renato Borzone, il professor Caravita “non ha alcuna responsabilità e, a giudicare dal numero di proroghe, l’indagine dovrebbe essere già conclusa”.

In realtà siamo in fase d’indagine preliminare, quindi tutti gli eventuali reati sono da accertare nelle sedi giudiziarie, ma lo spaccato che emerge dall’ inchiesta appare da un lato desolante, dall’ altro devastante, per l’intera università italiana. E non solo. Mentre erano in corso le indagini, infatti, ben 5 denunciati sono stati elevati al rango di saggi della Repubblica, con incarico conferito direttamente dal presidente Napolitano. E oggi, alla luce dell’inchiesta, possiamo rileggere alcune cronache dell’epoca: “Se si dà retta alle indiscrezioni – scriveva la Stampa – Napolitano pare abbia personalmente depennato svariati nomi che non gli sembravano consoni al ruolo o comunque all’altezza della sfida istituzionale”. Oppure il Foglio: “Trentacinque prof. d’obbedienza quirinalizia per fiancheggiare Letta e attutire le intemperanze dei partiti”, titolava, menzionando una frase del Presidente – “Ricordatevi che la vostra non sarà una lotta tra guastatori e difensori della purezza costituzionale” – e aggiungendo: “Li ha coccolati con lo sguardo mentre li ha accolti al Quirinale, tutti e trentacinque quanti sono questi suoi professoroni costituzionalisti, il meglio degli atenei d’Italia, i suoi “saggi”, lo strumento ricorrente e permanente della politica presidenziale di Giorgio Napolitano…”. Cinque di loro, però, sono finiti denunciati nell'inchiesta condotta dal pm di Bari Renato Nitti, in collaborazione con la Guardia di Finanza, e le accuse sono piuttosto dure.

Pensate che questa inchiesta è nata circa 4 anni fà quando il pm di Bari si è messo a verificare la regolarità di un concorso pubblico bandito dall'Università telematica Giustino Fortunato. Ad oggi le indagini sono ancora in corso e i fatti da accertare ma io mi chiedo, se sono nella condizioni di "indagati", non avrebbero dovuto essere nominati "saggi" e ammettendo anche il caso che il presidente Napolitano non fosse stato al corrente di questa indagine, loro stessi non avrebbero dovuto accettare.

In Italia si parla spesso di "cervelli" che fuggono all'estero, come non capirli.

Se un giovane italiano che ha sudato sui libri, si è costruito un percorso di studi faticando per raggiungere il suo traguardo, alla fine non trova il lavoro per il quale si è preparato solo perchè ci sono "personaggi" come i cinque saggi che pilotano i concorsi, è naturale vedere questa emorragia di cervelli che lascia l'Italia.

 

 



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