Cyberhand, la ricerca italiana che ha ridato il tatto a chi ha perso gli arti

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Se un amputato oggi può sperare di avere una mano “nuova” e può usarla come quella vera, provando le stesse sensazioni tattili, lo deve anche a una donna italiana e al gruppo di ricercatori da lei guidato.

È Maria Chiara Carrozza, 48 anni, pisana, scienziata e startuppara, coordinatrice della Neuro-Robotics Area presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore S.Anna di Pisa. Lei ha guidato come project leader il progetto internazionale Cyberhand, concluso nel 2005 con la creazione di un nuovo tipo di protesi cibernetica, il primo passo verso una vera “mano bionica” completamente interscambiabile con quella naturale.



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