ALFABETIZZAZIONE DIGITALE - PER CONOSCERE MEGLIO IL GUATEMALA

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Il Guatemala e la Cambogia sono due nazioni lontanissime, sia geograficamente che culturalmente. Si trovano ai lati opposti del mondo, e a prima vista non hanno nulla in comune: una lingua diversa, una diversa religione, una diversa cultura. Gli stessi abitanti di questi due paesi vestono, si comportano e pensano in modo diverso, discendendo da due culture diversissime, distanti anni luce. C'è però da dire che questi due paesi hanno una cosa in comune: un passato di violenze e ingiustizie, durate decenni. Sotto questo aspetto, il Guatemala e la Cambogia sono molto simili.

In uno dei miei articoli precedenti ho raccontato il mio disgusto verso l'attuale governo cambogiano, incapace di arrestare e processare il Partito Comunista di Kampuchea, colpevole di uno dei peggiori genocidi della storia dell'uomo. Ho descritto alcune di queste atrocità da loro commesse negli anni settanta, alle spese dei loro stessi connazionali, causando la morte di un terzo dell'intera popolazione cambogiana in meno di quattro anni. Per capire meglio la ragione di questo mio parallelo tra il Guatemala e la Cambogia, vi racconterò la storia di Jose' Efrain Rios Montt.

C'era una volta Montt, un generale guatemalteca che nel 1982 prese in mano il potere con un colpo di stato. La sua dittatura durò solo 17 mesi, ma quest'uomo si assicurò di lasciare un segno indelebile nella storia del suo paese. Era solo uno dei tanti generali che hanno guidato il Guatemala in una guerra civile durata 36 anni, ma il suo regime è considerato uno dei più brutali dell'intero conflitto, specialmente nei confronti degli indigeni Maya. Per sconfiggere i guerrillas, Montt - con la complicità degli Stati Uniti - diede il via ad una campagna di terrore che coinvolse non solo i militanti, ma chiunque fosse sospettato di aiutarli.

Le zone rurali pagarono il prezzo più alto. Le Nazioni Unite stimano che 600 villaggi furono distrutti dagli squadroni della morte di Montt. Migliaia di contadini furono torturati, stuprati o semplicemente "sparirono". In molti furono giustiziati sommariamente. Gli indigeni Maya non avevano i mezzi per difendersi, diventando così l'obiettivo preferito del dittatore. Montt fu responsabile di una rivoltante serie di abusi dei diritti umani, tanto da diventare - anche dopo la fine della guerra civile - il simbolo dell'oppressione e della violenze subite dai guatemaltechi per più di tre decadi.

Un anno fa, Montt è stato giudicato colpevole di "genocidio e crimini contro l'umanità" e condannato a scontare 80 anni di prigione. Però, proprio come il Partito Comunista di Kampuchea, non ha scontato nemmeno un giorno. A causa di una disputa legale, due mesi dopo la condanna, la Corte Costituzionale dei Guatemala ha annullato la sentenza, rendendolo un uomo libero, in attesa che il processo riprenda. Considerando i suoi 87 anni, c'è una buona probabilità che non paghi mai per i suoi crimini. Proprio come il Partito Comunista di Kampuchea.

Ho visitato il Guatemala più di dieci anni fa e non ho di certo la presunzione di sapere tutto sulla guerra civile e sui risvolti successivi. Credo invece che la situazione sia più complessa di quanto sembri, e che trovare una soluzione non sia affatto facile. Non posso però restare impassibile di fronte a queste ingiustizie. Sono consapevole che il mio blog da solo non sia abbastanza per assicurare alla giustizia un criminale simile, ma se altre persone al mondo scrivessero un blog raccontando la loro incredulità nei confronti del ribaltamento della sentenza di Montt, condividendolo poi sui social media, forse le persone al potere si sentiranno costrette a fare ciò che è giusto. Se più individui aderissero ad una campagna mediatica a supporto della popolazione guatemalteca e del loro desiderio di giustizia, forse Montt subirebbe quello che merita. L'alfabetizzazione digitale e i social media possono essere utilizzati per portare più giustizia nel mondo, e il potere della comunicazione senza confini può avere effetti inimmaginabili. Vi chiedo di passare parola, di scrivere un blog.. così che milioni di guatemaltechi possano finalmente dormire sonni tranquilli.

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Giacomo Cresti

Senior Editor Annex Press

Film Annex

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 (Traduzione dall'inglese a cura di Nadea Translations)

 



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Antonio-NadeaTranslations

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