Recensione cinematografica: 20 Feet From Stardom - una visione al contrario

Posted on at

This post is also available in:

Devo confessare di provenire da una famiglia musicale– di certo avrete sentito parlare della canzone di OLIVER, ‘got to pick a pocket or two’ e tutto il resto. Beh, non mi riferisco a lei, ma mio fratello suonava il basso in un gruppo di supporto che ha fatto il giro del mondo. Ha vissuto il suo sogno in prima persona, mentre io preferisco vivere la mia sciarpa, o per lo meno, farle fare delle cose. Mio fratello potrebbe raccontare delle belle storie - ma di certo non a me. Tuttavia mi sento di conoscere il mondo dei cantanti di supporto, proprio com'è stato descritto nel documentario di Morgan Neville, che ha vinto un oscar, 20 FEET FROM STARDOM, che ho guardato, guardate bene, durante un volo attraverso l'atlantico diretto a New York, a 30000 piedi d'altezza, su uno schermo da 9 pollici.

Anche se SPINAL TAP potrebbe farvi pensare altrimenti, i cantanti di supporto sono rimpiazzabili con più facilità dei batteristi, anche se alcuni artisti hanno i loro preferiti. In genere sono donne e vengono ingaggiate per rinnovare il sex appeal del cantante o del gruppo, e per sfidarlo a raggiungere note più alte. Sono il glamour, le sfumature e le eccentriche mosse di ballo. Sono Pepsy e Shirley, e probabilmente a quest'ora saranno sposate con figli. I cantanti di supporto lavorano in gruppi da tre o da quattro e, negli anni '60, avevano nomi che finivano in "ette": le "Ronettes", le "Ikettes" e le "Harlettes" di Bette Midler. In alternativa, il loro nome poteva finire con una elle. Ammettiamolo, tutti noi finiremo così.*

Si potrebbe anche dire che le Destiny’s Child siano formate da due cantanti di supporto più Beyonce Knowles, ma non ditelo a Kelly Rowland. Le Bananarama sono tre cantanti di supporto. Victoria Beckham (una volta Addams) era una cantante di supporto che in realtà non sapeva cantare molto bene.

La maggior parte dei cantanti di supporto nel documentario di Neville sono donne afro-americane, dotate di una voce potente che ferma gli autobus e fa arrivare di corsa i supervisori. Sono donne come Darlene Love. Potrebbero essere scambiate per l'harem della banda, ma sono molto di più. Hanno anche qualcuno che si prende cura per loro del loro guardaroba, che non è poco.

Essere un cantante di supporto significa che non si faranno molte interviste, anche se bisogna essere presenti per i servizi fotografici. Si incidono i dischi con il gruppo e si va in tour con loro, ma non si ottengono molti diritti, a meno di non essere nominati specificamente. Si rischia di finire a far pulizia nelle case altrui, di apparire come moglie di Danny Glover nelle serie LETHAL WEAPON o a cantare canzoni di natale a LATE NIGHT WITH DAVID LETTERMAN ogni anno per decine di anni.

L'aspetto che può essere più frustrante dell'essere un cantante di supporto è sapere di essere bravi quanto o più della star. Anche tu vorresti incidere le tue canzoni. La tragedia è che le società di produzione perdono la loro fiducia in te, o i produttori conoscono fin troppo bene che anche tu puoi pretendere troppo (fatti avanti, Phil Spector). Oppure puoi partecipare a un tour, vedere la pressione sul cantante e pensare, "non voglio finire così."

Alcuni cantanti di supporto sono fortunati: continuano ad essere arruolati, come ad esempio Sting. Se pensate che un afro-americano non possa cantare di costruire navi sul Tyne o di miniere di carbone, vi state sbagliando; è solo che qui non ne ho sentito parlare. La paga di un cantante di supporto non è granché e sostenersi gli uni con gli altri è fondamentale quando si attraversa un periodo buio.

20 FEET FROM STARDOM ha vinto l'Oscar proprio perché ha al centro un narratore carismatico e empatico come Darlene Love; perché Neville non le lascia mettere la musica nella sua auto (‘questioni di copyright, Darlene, devo mantenere i costi bassi'). Quando ottiene il riconoscimento che le è dovuto, alla fine del film, si è davvero sollevati; se non fosse che io ero già da un bel pezzo per aria, e se fossi salito ancora un po' avrei avuto bisogno di una maschera d'ossigeno. Non è il tipo di film che ti puoi godere al meglio su un aereo, ma lo puoi apprezzare al cinema, dove puoi tranquillamente passare tutto il tempo a disprezzare Phil Spector. Se non è questa l'essenza dell'intrattenimento.... aspettate, il pilota ha acceso la spia "allacciate le cinture". Non dovrebbe pilotare l'aereo?

20 FEET FROM STARDOM verrà trasmetto nei cinema del Regno Unito a partire dal 28 Marzo 2014; recensione scritta sul volo United 28 LHR per Newark, Venerdì 28 Febbraio 2014


*NdT: nell'originale "let’s face it, we all end in ‘ell.", gioco di parole basato sull'assonanza fra la parola "elle" e "hell", inferno.

Articolo originale: www.filmannex.com/blogs/film-review-20-feet-from-stardom-the-view-from-the-back/148739



About the author

Irene-NadeaTranslations

We are an italian couple, Irene lives in Milan and Antonio in Naples. We are studying foreign languages and that's one of our greatest passions, along with cats and ethnic food. We hope (and work hard!) to bring more and more italian people to Film Annex.

Subscribe 0
160